Innovazione Sociale: è tutta una questione di connessioni!
- 11 Aprile 2022
- Pubblicato da: SEMI
- Categoria: News


“Chi intende innovare a livello sociale deve lasciare la comfort zone, avere il coraggio di perdere l’equilibrio individuale per trovarne uno collettivo”
Giovanni Lo Storto
Per ‘Innovazione Sociale si intende l’attivazione di un processo di cambiamento incentrato su strategie e idee in grado di favorire lo sviluppo economico e sociale di una determinata comunità di riferimento. A partire dall’ideazione di strumenti, metodi, azioni o processi inediti viene sviluppata una soluzione innovativa a un problema sociale che sia più efficace, efficiente e sostenibile di quelle già messe in atto, generando valore per la società prima che ai singoli individui.
Diversi filoni di letteratura fanno risalire il termine “Social Innovation” al movimento di estrazione sociologica denominato Big Society, attivo alla fine degli anni ’80 dello scorso secolo. Il sociologo Anthony Giddens, nel suo libro la Terza Via (1998), prospetta un modello in cui è necessario ridurre l’azione del Big Government, incoraggiando lo sviluppo dell’iniziativa dei liberi cittadini di associarsi per trovare soluzioni alternative
La SI nasce, quindi, come un nuovo modo di immaginare il rapporto tra attore pubblico e cittadino, riducendo l’unidirezionalità della relazione di fruizione dei servizi di pubblica utilità a favore di forme di collaborazione e partecipazione attiva da parte delle comunità locali. Questa ultime sono chiamate, anche in risposta alla crisi del sistema di Welfare tradizionale, a sperimentarsi nella progettazione di nuovi prodotti o servizi in grado di generare valore per la collettività.
La SI è, si configura progressivamente come
“espressione di una dimensione “locale” di esigenze che si esprime attraverso il concetto di relazione di prossimità, ossia un insieme di azioni di un territorio che sono espressione di una caratterizzazione geografica e di una capacità identitaria di tipo politico, sociale e culturale” (Pellizzoni, 2014)
Il “cuore” dell’innovazione risiede nelle nuove relazioni attivate: è una questione di connessioni!
Ogni individuo non è un atomo isolato ma appartiene a sistemi più ampi e complessi all’interno dei quali è necessario attivare nuovi Link in grado di mettere in contatto nuove fasce della popolazione, ampliando i confini delle comunità e promuovendo processi continui di inclusione e moltiplicazione delle risorse disponibili. Attraverso nuovi modelli relazionali è possibile dar vita a nuovi strumenti di individuazione dei bisogni sociali ai quali si prova a rispondere con soluzioni concertate e dal basso.
Se guardiamo all’innovazione sociale come ad un modello di intervento possiamo riassumerne gli aspetti salienti in quattro punti:
- Paradigma innovativo: ricerca di soluzioni a problemi non ancora risolti, oppure soluzioni a problemi emergenti;
- Mobilitazione “bottom-up” della Comunità per la soluzione di problemi di interesse collettivo;
- Soluzioni innovative a bisogni individuali che determinano anche benefici collettivi diretti e indiretti;
- Modelli di Business etici che provino ad integrare la dimensione produttiva-economica a processi di redistribuzione e inclusione delle fasce più marginali.
L’approccio di questo nuovo paradigma deve essere, secondo Gianni Lo Storto, ecologico ovvero rappresentare una rivoluzione estetica dei rapporti umani.
Gli ambiti in cui è possibile costruire questa nuova rivoluzione sono davvero molti:
- Assistenza sanitaria, Assistenza sociale, Housing sociale, Assistenza persone in posizione di svantaggio, Integrazione di persone in posizione di svantaggio Formazione, inserimento e sviluppo professionale;
- Riduzione impatto ambientale, Mobilità sostenibile, Turismo sostenibile, Valorizzazione dei beni culturali e sviluppo culturale, Riqualificazione urbana e rivitalizzazione comunità periferiche in aree urbane/extraurbane;
- Piattaforme per la condivisione/scambio di beni, Piattaforme per la condivisione di servizi, Trasferimento di competenze e gestione dati, Crowdfunding e Microcredito;
L’innovazione Sociale per il suo immenso valore relazione e per la sua natura di “intervento situato e di prossimità” nasce e attraversa luoghi che sono in grado di esprimerne le potenzialità: incubatori, spazi di coworking, Living Lab, Fab Lab, Community Hub e via dicendo.
La progettazione di questi luoghi è già di per sé un’innovazione sociale: si tratta di spazi ibridi in cui viene promossa la contaminazione di conoscenze ed esperienze, superando i confini delle organizzazioni verticali e fortemente strutturate per lasciare spazio a processi orizzontali di produzione e scambio di informazioni e soluzioni.
L’innovazione Sociale è, dunque, qualcosa che inizia da noi, una possibilità in fieri per chiunque senta di appartenere ad un luogo e ad una comunità.
Per chi decide di farne parte come elemento attivo, riconoscendo il valore fondativo delle relazioni all’interno dello spazio vitale in cui siamo quotidianamente immersi.
Per chiunque decida di rispondere all’umano desiderio di sentirsi parte e artigiano della vita, insieme.
Noi di S.E.M.I vogliamo provarci, vieni a conoscere uno dei nostri spazi partecipando ad uno dei nostri workshop, per bere un caffè alla bicycle house o visitare le Scalze. Per maggiori info scrivici, saremo felici di risponderti!
Questo elenco, dunque, offre sicuramente dei saldi punti di partenza per la costruzione di percorsi programmati ad hoc per progetti rivolti ai giovani, soprattutto per chi è nella condizione di NEET.
Fin qui, dunque, abbiamo visto delle prime indicazioni di carattere prevalentemente operativo. Passiamo ora all’analisi di un’ulteriore esperienza: quella ideata da Save the children che ha aperto, a partire dal lancio della campagna “Illuminiamo il Futuro” nel maggio 2014, 13 Punti Luce cioè centri ad alta densità educativa ubicati in territori particolarmente svantaggiati, privi di servizi e opportunità per i minori. Accanto a questa iniziativa di tipo comunitario-territoriale, l’organizzazione ha avviato un intervento di tipo individuale-personalizzato, fornendo una dote educativa (consistente in contributi per l’acquisto di libri e kit scolastici, strumenti musicali, per l’iscrizione a corsi sportivi, campi estivi, gite scolastiche…) a bambine/i e adolescenti che vivono in condizione certificate di povertà. La dote educativa è un “piano individuale di aiuto” che si concretizza nella fornitura di beni e servizi educativi per bambine e bambini, ragazze e ragazzi che vivono in condizioni di povertà, la dote è “personalizzata” per ogni singola/o ricevente secondo le differenti fasce d’età e le specifiche necessità e/o bisogni.
La dote educativa comprende:
- sostegno per acquisto di libri di testo, kit scolastici (quaderni, colori, zainetti,..), giochi educativi, strumenti musicali, etc;
- sostegno per le spese extra – scolastiche (ad es. gite, campi estivi, attività non curriculari, etc);
- abbonamenti gratuiti per corsi, attività sportive, e attività di educazione musicale;
- utilizzo del computer e libero accesso alla connessione internet;
- monte ore di sostegno allo studio individuale (anche tramite volontari);
- sostegno a spese di trasporto (per raggiungere la scuola e altri centri).
Il modello delle doti educative è anche quello che ha ispirato l’hub delle realtà che costituiscono il progetto SEMI. (Social Empowerment Makes Innovation). Tale progetto infatti, offre percorsi formativi e professionalizzanti per singoli e organizzazioni che vogliono arricchire il loro bagaglio di esperienze personali, sociali e lavorative e gli utili generati dalla vendita dei nostri servizi vengono reinvestiti in borse di studio e lavoro a favore di adolescenti e giovani NEET. Il progetto SEMI è anche una start-up di attività imprenditoriali a sfondo etico e solidale che attraverso la vendita di servizi commerciali e generativi di reddito vuole contribuire allo sviluppo culturale, sociale ed economico della città.
Fonti: MODELLI ED ESPERIENZE DI INNOVAZIONE SOCIALE IN ITALIA Secondo rapporto sull’innovazione sociale a cura di Matteo G. Caroli , https://www.rivistaimpresasociale.it/, http://www.innovazionesociale.org/