
Gli ultimi anni sono stati testimoni di un cambiamento radicale nello scenario della programmazione economica a partire dalla spinta alla territorializzazione e alla contestualizzazione incentivata dall’Unione europea e divenuta riferimento centrale delle nuove politiche di sviluppo nazionale.
Il nuovo modello di programmazione si basa su concetti innovativi come concertazione, partenariati, approcci bottom up in grado di favorire la partecipazione di una pluralità di soggetti.
Un aspetto saliente degli strumenti della nuova programmazione per lo sviluppo è la complessità di tutte le fasi di governo del programma, ognuna delle quali prevede la partecipazione di attori diversi, privati e istituzionali, che concorrono per raggiungere un obiettivo in comune.
Lo sviluppo locale viene incentivato conferendo un ruolo attivo a tutti gli stakeholders coinvolti: dall’identificazione dei bisogni alla trasformazione di quest’ultimi in qualificati progetti di intervento.
La metodologia di cui stiamo parlando è il Project Cycle Management – PCM (Gestione del Ciclo del Progetto – GCP) che la Commissione europea ha introdotto agli inizi degli anni ’90 per migliorare la qualità della progettazione e della gestione dei progetti.
Si tratta di un iter strutturato per l’ideazione e l’implementazione di progetti sostenibili ed efficaci. L’iter è suddiviso in diverse fasi, e per ciascuna fase vengono indicati gli attori coinvolti e le decisioni da prendere.
L’approccio viene utilizzato anche dagli enti donatori (per esempio, la Commissione Europea) per l’identificazione delle risorse necessarie e per la definizione del bando finale attraverso il quale il progettista proporrà il proprio progetto.
IL PCM consta di 6 fasi principali:
- Programmazione
- Identificazione
- Formulazione
- Finanziamento
- Realizzazione
- Valutazione
Il principale strumento utilizzato nel PCM è l’Approccio del Quadro Logico, in particolare nelle fasi di identificazione e formulazione. Nel primo caso è assicurata la pertinenza dell’idea progetto. Nella fase di formulazione il quadro logico assicura la fattibilità e sostenibilità del progetto.
Uno dei più efficaci strumenti di questo approccio è la Matrice del quadro logico. Si tratta di una Matrice formata da 4 colonne e 4 famiglie di righe che identifica e quantifica i 4 punti cardine di un progetto assicurandone coerenza e chiarezza progettuale:
1. OBIETTIVO GENERALE a cui il progetto vuole contribuire
2. OBIETTIVI SPECIFICI che il progetto vuole raggiungere
3. RISULTATI/OUTPUT che declinano gli obiettivi
4. ATTIVITA’ che servono a raggiungere i risultati
Il principio del Quadro Logico è la relazione causa-effetto tra i diversi punti cardine del progetto.

Il modello mira a mettere in evidenza la relazione gerarchica tra gli obiettivi da raggiungere, la loro consequenzialità con le l’implementazione delle attività e la misurazione dei risultati raggiunti.
All’interno dell’Approccio del Quadro Logico ritroviamo anche l’albero dei problemi e quello speculare degli obiettivi.
L’albero dei problemi è un diagramma che offre una visione integrata e ragionata delle problematiche che interessano l’ambito di intervento prescelto.
Secondo il metodo GOPP, il percorso di progettazione deve partire da una precisa identificazione del problema principale che il progetto intende risolvere o affrontare. Un problema deve esprimere un disagio, una sofferenza o una situazione negativa di uno specifico gruppo di beneficiari (es. “disoccupazione giovanile”, “sfruttamento degli immigrati”, “inquinamento atmosferico nella città X”, ecc.) oppure, in alcuni casi, può anche esprimere un gap da colmare o un’occasione non sfruttata (es. “scarso sviluppo turistico dell’area X”, “basso utilizzo delle energie rinnovabili”, ecc.). Molto spesso l’identificazione del problema comporta anche un chiarimento su chi sono, a un’analisi più attenta, i principali beneficiari del progetto in via di definizione.
L’Analisi delle Problematiche, pertanto, descrive gli aspetti negativi della situazione esistente. L’Analisi degli Obiettivi, invece, presenta gli aspetti positivi della situazione desiderata per il futuro. Quest’analisi implica la riformulazione delle problematiche in obiettivi raggiungibili.

Gli strumenti disponibili per la Gestione del Ciclo di Progetto sono diversi, l’elemento in comune tra quelli descrittivi finora è la possibilità di visualizzare in maniera chiara e coerente, mediante l’utilizzo di 966diagrammi: i bisogni o problemi a cui si voglia dare risposta, gli attori coinvolti e gli obiettivi da raggiungere.
Lo schema metodologico dell’AQL permette, infatti, di ricostruire gli scenari di partenza e quelli attesi (in base ai risultati attesi ipotizzati e resi misurabili) così da rendere le idee progettuali, già in fase di ideazione, coerenti con il problema che si intende affrontare, favorendo un uso sensato ed efficace delle risorse disponibili.