Parole d’altrove: Cosa
- 12 Agosto 2022
- Pubblicato da: SEMI
- Categoria: News Pillole d'altrove


A cura di Grazia Butera
Cosa [‘kɔsa] Sost. Femm.
È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione, di concreto o di astratto, di materiale o d’ideale, così il dizionario Treccani definisce la parola cosa. Deriva dal latino giuridico ed in particolare dalla locuzione causa res, che significava letteralmente “affare, fatto oggetto di una causa”. Il monosillabo latino che di fatto significa cosa (res) è caduto, lasciando da solo Causa che è diventato cosa. Un’eco del valore giuridico lo troviamo in “cosa pubblica”, in cui cosa indica “qualsiasi bene che possa essere oggetto di diritto”. La parola cosa è il sostantivo più frequente della lingua italiana, per la sua indeterminatezza semantica può essere piegato a indicare realtà molto diverse astratte, “la cosa in sé” di Kantiana memoria oppure realtà molto concrete come, ad esempio, eufemisticamente parlando “avere le proprie cose”, “il cane ha fatto le sue cose in salotto”. La parola cosa è il solo sostantivo italiano che ha il privilegio di essere usato anche come pronome con valore neutro, ad esempio, nella locuzione “Cosa vuoi?”
Pillole di Italiano L2:
Con la parola cosa ci sarebbero decine di canzoni da cui trarre spunti linguisticamente validi per imparare l’italiano come L2, da “Più bella cosa” di Eros Ramazzotti, “Cosa vuoi che sia” di Ligabue, arrivando a “Sai cosa c’è” di Blanco ma aggiungere un ulteriore senso alla parola cosa si è scelto Cos cos cos del rapper Clementino, in cui cosa in napoletano pronunciato anziché con la a finale con lo schwa assume il valore di et cetera specialmente in finale di frase. Nella canzone troviamo un esempio di code switching, ovvero mescolanza di più varietà linguistiche in questo caso il napoletano e l’italiano. Se impari l’italiano come lingua straniera a Napoli non potrai non imparare anche un po’ di napoletano, la canzone è utilissima per imparare la pronuncia napoletana, per la varietà delle parole con la stessa rima e cos. “Quan facc’ rap o’frat vac in overdose/Cos cos cos cos cos o’ frat cos? /Quan facc’ rap o’frat a capa na rapos’/Cos cos cos cos cos o’frat cos? /Quan facc’ rap o’frat so pericolos’/Cos cos cos cos cos o’frat cos?