
Nel 2015 l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha fissato e iniziato a promuovere 17 OBIETTIVI GLOBALI per lo Sviluppo sostenibile (e 169 target specifici) validi per il periodo 2015-2030, e per questo noti come Agenda 2030.
I“Sustainable Development Goals”(SDGs) mirano a risolvere un’ampia gamma di problematiche riguardanti lo sviluppo economico e sociale, quali la povertà, la fame, la salute, l’istruzione, il cambiamento climatico, l’uguaglianza di genere, l’acqua, i servizi igienico-sanitari, l’energia, l’urbanizzazione, l’ambiente e l’uguaglianza sociale.

Il programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) provvederà ad aiutare i governi dei diversi stati nel mondo a mettere in atto la nuova agenda e a portarla a termine entro i prossimi 15 anni.
Gli obiettivi di sviluppo presentano delle aree di opportunità di business, sia per Organizzazioni della Società Civile (OSC: ONG,ETS, Imprese Sociali ) sia per società di capitali.
La natura ambiziosa di questi 17 macro-obiettivi evidenza il ruolo importante che sono chiamati ad avere il settore privato sia dal lato impresa sia dal lato finanza. I governi, assieme alle ONG, alle grandi fondazioni venture philanthropy sono chiamati ad interagire con le imprese e la finanza, in particolare con gli attori che esercitano un ruolo globale nei rispettivi settori, e muovono risorse importanti.
Secondo la definizione del Global Impact Investing Network (GIIN) – l’organizzazione di riferimento a livello internazionale – con l’espressione “impact investing” si fa riferimento ad investimenti in imprese, organizzazioni e fondi realizzati con l’intento di generare un impatto sociale e ambientale misurabile e in grado, allo stesso tempo, di produrre un ritorno economico per gli investitori . L’impact investing offre quindi soluzioni finanziarie (con rendimenti in linea oppure inferiori a quelli di mercato) a problemi/bisogni sociali e ambientali.
Le caratteristiche salienti di questa strategia di investimento sono:
• l’intenzionalità dell’investitore di generare un impatto positivo dal punto di vista sociale e ambientale;
• il rendimento finanziario atteso, che può variare in funzione degli obiettivi dell’investitore ma, in ogni caso, deve prevedere almeno il rientro del capitale investito;
• l’eterogeneità dei rendimenti, che possono essere inferiori oppure in linea con quelli di mercato, e delle classi di attivo, che comprendono anche: anticipi sui flussi di cassa, fixed income, venture capital e private equity.
• la misurabilità dell’impatto sociale e ambientale e la rendicontazione degli impatti
Imprenditori e investitori sono, quindi, chiamati a rivedere i propri modelli di business per poter dare un contributo al raggiungimento degli sdgs.
La filantropia e la finanza possono incontrarsi per sostenere in modo nuovo le varie fasi di sviluppo di nuovi modelli di business capaci di generare impatto. La finanza può e deve essere uno strumento al servizio del bene comune.
Gli strumenti che consentono di investire con l’intento di generare un alto impatto sociale e ambientale si distinguono per:
1. tipologia di finanziamento erogato (azionario od obbligazionario o misto);
2. tipologia di soggetti finanziati (imprese quotate o non, investimenti in intermediari o diretti).
Tra gli strumenti più diffusi sul mercato europeo ritroviamo:
• Fondi di investimento (anche alternativi)
• Green Bond
• Social Bond
• Social Impact Bond
• Crowdfunding
Ciascun tipo di investimento si adatta alle diverse esigenze tanto dei modelli di business quanto del tipo di ritorno atteso da parte degli investitori.
Si tratta di un mercato in crescita in Europa che rende possibile immaginare la formulazione di risposte adeguate alle questioni più urgenti, attraverso modelli fondati sulla cooperazione degli stakeholders e su un’assunzione di responsabilità da parte della finanza e degli investitori, chiamati a coniugare il proprio interesse con il bene collettivo.