La riforma del terzo settore in Italia
- 13 Marzo 2023
- Pubblicato da: SEMI
- Categoria: News


La riforma del terzo settore in Italia, introdotta dalla legge 6 giugno 2016 n. 106, ha lo scopo di riformare e regolamentare il settore no profit del paese.
Il terzo settore in Italia comprende organizzazioni non governative, organizzazioni di volontariato, organizzazioni di solidarietà sociale e altre organizzazioni no profit. La riforma si pone come obiettivo il miglioramento della trasparenza e della responsabilità sociale delle organizzazioni del terzo settore, nonché la semplificazione delle procedure per la costituzione e la gestione di tali organizzazioni.
Un delle principali innovazioni introdotte dalla riforma è la qualifica di ETS.
Nella qualifica di ETS rientrano tutti gli enti giuridici che operano nel Terzo Settore, si tratta di organizzazioni che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e si caratterizzano per lo svolgimento in esclusiva o in via principale di una o più attività di interesse generale e per l’assenza di scopo di lucro.
Sotto il profilo civile, l’ETS persegue finalità civiche, solidaristiche di utilità sociale mediante lo svolgimento di una o più attività di interesse generale mentre sotto il profilo fiscale, gli ETS sono commerciali o non commerciali sulla base della natura dell’attività svolta.
Gli ETS commerciali sono enti del terzo settore che hanno come scopo principale l’esercizio di attività economiche e che, pertanto, perseguono una finalità di lucro. Essi possono operare in diversi settori, come ad esempio il commercio equo e solidale, l’artigianato, il turismo responsabile, la produzione e la vendita di beni e servizi di vario genere.
Gli ETS non commerciali, invece, non hanno scopo di lucro e non svolgono attività economiche come attività principale. Essi possono svolgere attività di vario tipo, come ad esempio l’assistenza sociale, l’educazione, la tutela dei diritti umani e ambientali, la promozione culturale e artistica.
La riforma ha introdotto questa sostanziale distinzione al fine di favorire una maggiore trasparenza e semplificazione nella gestione e nella rendicontazione dei fondi pubblici e privati destinati al Terzo Settore. Gli ETS commerciali, infatti, sono soggetti ad alcune limitazioni nella ricezione di finanziamenti pubblici e privati, e devono rispettare obblighi di trasparenza e di pubblicazione di bilanci e rendiconti particolari.
Ulteriore novità introdotta dalla riforma è la nuova categoria di organizzazioni no profit chiamata “Organizzazioni di Volontariato e di Promozione Sociale” (OVPS), che sostituisce le precedenti categorie di organizzazioni non profit, come le “Associazioni di Promozione Sociale” e le “Onlus”. Le OVPS beneficiano di un nuovo regime fiscale agevolato e sono soggette a una serie di obblighi di trasparenza e di rendicontazione finanziaria.
Il focus sui regimi fiscali rappresenta, dunque, l’elemento cardine della riforma, di seguito i principali cambiamenti introdotti:
- Nuova disciplina dell’impresa sociale: le imprese sociali sono organizzazioni che perseguono finalità di utilità sociale e che reinvestono gli utili per il raggiungimento di tali finalità. Le imprese sociali godono di agevolazioni fiscali e di altre misure di sostegno;
- Semplificazione delle procedure fiscali: la legge ha semplificato le procedure fiscali per le organizzazioni non profit, prevedendo la possibilità di presentare una dichiarazione unica per l’accesso a diversi benefici fiscali;
- Nuove agevolazioni fiscali per le donazioni: la riforma ha introdotto nuove agevolazioni fiscali per le donazioni a favore delle organizzazioni non profit, ampliando il range dei soggetti che possono usufruire delle agevolazioni stesse e incoraggiando le donazioni mediante crediti di imposta.
- Nuove regole per il fondo per il contrasto alla povertà: la legge ha introdotto il fondo per il contrasto alla povertà, che prevede agevolazioni fiscali per le organizzazioni che operano nel settore della lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
Sulla scia di una riorganizzazione dell’architettura del terzo settore è stato, inoltre, creato il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore: un database nazionale che raccoglie informazioni su tutte le organizzazioni no profit del paese. Il registro è stato creato per migliorare la trasparenza del settore no profit e per semplificare le procedure di monitoraggio e controllo.
In generale, la riforma del terzo settore ha cercato di semplificare e rendere più efficienti le procedure fiscali per le organizzazioni senza scopo di lucro, promuovendo al contempo il ruolo delle imprese sociali e il loro contributo alla costruzione di una società più equa e sostenibile.